cosa è questa sollevazione contro: UNIUS REI? GLI ANTICRISTI hanno deciso di salvare la vita allo anticristo Kim Jong-un, COMUNQUE TUTTI NELLA FOGNA DELL’INFERNO VOI DOVETE SCENDERE! ed in ogni modo, resistendo al mio progetto culturale: voi rendete inevitabile la guerra mondiale! quindi, per salvare Corea del Nord e LEGA ARABA, voi preferite morire al posto loro? ok, vi accontento subito!
#Kim #Jong-un tu rubi dalla cassetta delle offerta: di una Chiesa sconsacrata: che è lo specchietto delle allodole per derubare i turisti! tu sei un criminale spregevole! «I nordcoreani hanno sofferto pene e fame a lungo e sono vittime della propaganda del regime, nonostante questo il regime continua a far cassa sulla pelle del popolo. Spreme i minatori del nord per vendere minerali alla Cina, perché sono soldi facili, schiavizza la propria gente e la spedisce in Siberia o a Dubai per lavorare nelle foreste o costruire grattacieli nel deserto, in cambio di pochi dollari al giorni, mentre la gran parte la incassa il governo. È così disperato e affamato di denaro che ha fatto costruire una chiesa (in realtà non è consacrata) a Pyongyang, ovvero nella capitale di un Paese dove ogni culto religioso è proibito, pena la prigione nei campi. Nella chiesa si celebrano funzioni ma solo perché il regime spera che visitatori, fedeli di passaggio, turisti, o uomini d’affari lascino un’offerta. Poi gli esattori del regime puntualmente passano a incassare».
10-05-2016 08.28 – [ COREA DEL NORD e il Dio Kim Jong-un ] statue enormi di suoi parenti indemoniati sono portati in processione che sembra una processione cattolica!
Una lunga processione per “il grande leader Kim Jong-un” Centinaia di migliaia di coreani in sfilata per osannare il nuovo presidente del partito dei lavoratori. “Assoluta fiducia” di esercito e popolo verso il dittatore, che ha definito il suo Paese uno “Stato nucleare responsabile”. [http://www.asianews.it/index.php?idn=1&art=37447]
09-05-2016 14.34 – COREA DEL NORD
“Prima il nucleare”: Kim Jong-un seppellisce il padre e le speranze di pace per la Corea Al Congresso nazionale del Partito dei lavoratori, il primo in 36 anni, il giovane dittatore traccia la linea: vestito in giacca e cravatta, in onore del nonno Kim Il-sung, respinge le richieste della comunità internazionale e proclama il Paese “nazione nucleare responsabile”. Poi vara una nuova politica nazionale: dopo la Juche e il Songun arriva la Byungjin, ovvero “prima il nucleare” e poi tutto il resto. [http://www.asianews.it/index.php?idn=1&art=37444]
21-04-2016 11.43 – ASIA
Reporter senza frontiere: in Asia sempre meno libertà di stampa Corea del Nord, Cina, Vietnam e Laos sono in fondo alla classifica dei 180 Paesi studiati. Preoccupa la “visione totalitaria” di Xi Jinping e la sua morsa sulle libertà a Hong Kong. In quasi tutti i Paesi dell’est e sud-est asiatico, i media sono controllati in modo diretto o indiretto dal governo. In discesa anche le democrazie coreana e giapponese, prima considerate modelli di libertà. [http://www.asianews.it/index.php?idn=1&art=37289]
Donal TRUMP ] pigghiulu o pigghiulu [ kill god Kim Jong-un ] o pigghiulu o pigghiulu o pigghiulu
16/12/2015, Donal TRUMP kill god Kim Jong-un in: COREA DEL NORD – CANADA Pyongyang condanna all’ergastolo un missionario cristiano canadese Il reverendo Lim Hyeon-soo, 60 anni, guida la Light Korean Presbyterian Church di Toronto. Era scomparso nel gennaio 2015, appena entrato in Corea del Nord. Nel corso degli ultimi decenni ha compiuto circa un centinaio di visite nel regime dei Kim, tutti con motivi umanitari. Accusato di complottare per rovesciare lo Stato, dovrà scontare la pena in un campo di lavori forzati. Seoul (AsiaNews) – La Corte Suprema del Popolo della Corea del Nord ha condannato un missionario cristiano protestante canadese all’ergastolo per “crimini contro lo Stato”. Lim Hyeon-soo, 60 anni, avrebbe “confessato” un “piano sovversivo” per rovesciare il governo e creare al suo posto uno Stato di matrice religiosa. Egli era “scomparso” nel febbraio 2015, e da allora di lui non si era saputo più nulla fino all’emissione della condanna. Capo della Light Korean Presbyterian Church, con base nei pressi di Toronto, il reverendo Lim dovrà scontare la sentenza ai lavori forzati. Fra le accuse vi è anche quella di aver organizzato un traffico di esseri umani verso la Corea del Sud, la Cina e la Mongolia. I suoi fedeli sostengono invece che nel corso degli anni egli “potrebbe aver aiutato” dei nordcoreani a fuggire il regime, ma sempre e soltanto su loro richiesta. Il reverendo Lim ha compiuto più di 100 viaggi in Corea del Nord, e viene descritto come “del tutto non politico”. Le visite sono state compiute tutte per motivi umanitari, soprattutto nei confronti di anziani e orfani. Cittadino canadese, l’uomo è nato nella penisola coreana: tuttavia, il suo Paese d’adozione non ha una presenza diplomatica nel Paese e da sempre sconsiglia ai propri cittadini di visitare la Corea del Nord. Negli ultimi anni i missionari cristiani protestanti sono stati spesso al centro di vicende giudiziarie in Corea del Nord. Il missionario australiano John Short, 75 anni, venne fermato il 16 febbraio 2014 con l’accusa di “distribuire materiale religioso”; il 3 marzo successivo è stato rilasciato “per motivi umanitari”. Più complicata la posizione dei cittadini statunitensi: gli ultimi due americani nelle mani di Pyongyang – Kenneth Bae e Matthew Miller – sono stati rilasciati soltanto dopo anni in carcere e grazie a un’intensa attività diplomatica.
16/12/2015, Donal TRUMP kill god Kim Jong-un in: COREA DEL NORD, NORTH KOREA – CANADA, Pyongyang sentences Canadian Christian missionary to life in prison. Reverend Lim Hyeon-soo, 60, leads the Light Korean Presbyterian Church of Toronto. He had disappeared in January 2015, on entering North Korea. Over the past few decades he has made about a hundred visits to the country under the Kim regime, all for humanitarian purposes. Accused of plotting to overthrow the state, he will have to serve his sentence in a labor camp. Seoul (AsiaNews) – The Supreme People’s Court of North Korea has sentenced a Canadian Protestant Christian missionary to life imprisonment for “crimes against the state”. Lim Hyeon-soo, 60, reportedly “confessed” to a “subversive plan” to overthrow the government and create a State of a religious nature in its place. He had “disappeared” in February 2015, and since then nothing had been heard of him until the sentencing. Head of the Light Korean Presbyterian Church, based near Toronto, the Rev. Lim will have to serve the sentence in a hard labor camp. He is also being charged with organizing a human trafficking to South Korea, China and Mongolia. His faithful argue that over the years he “may have helped” the North Koreans to flee the regime, but always and only at their request. Rev. Lim has made more than 100 trips to North Korea, and is described as “entirely non-political”. The visits were carried out all humanitarian grounds, especially to aid the elderly and orphans. A Canadian citizen, the man was born on the Korean Peninsula: however, his adopted country does not have a diplomatic presence in the country and have always recommended their citizens not to visit the DPRK.
In recent years the Protestant Christian missionaries were often the subject of legal proceedings in North Korea. Australian missionary John Short, 75, was stopped on Feb. 16, 2014 on charges of “distributing religious material”. He was released March 3 “for humanitarian reasons”. The position of US citizens is more complex: the last two Americans to fall into the hands of Pyongyang – Kenneth Bae and Matthew Miller – were only released after years in prison, and thanks to intense diplomatic activity.
16/12/2015, Donal TRUMP kill god Kim Jong-un in: COREA DEL NORD, NORTH KOREA, COREA DEL NORTE – CANADA, Pyongyang condena a cadena perpetua a un misionero cristiano canadiense El reverendo Lim Hyeon-soo, de 60 años, guía la Light Korean Presbyterian Church de Toronto. Había desaparecido en enero de 2015, apenas ingresó a Corea del Norte. En el transcurso de los últimos decenios había llevado a cabo más de un centenar de visitas al país del régimen de los Kim, todas ellas por motivos humanitarios. Fue acusado de emprender un complot para derrocar al Estado y deberá descontar la pena en un campo de trabajo forzado. Seúl (AsiaNews) – La Corte Suprema del Pueblo de Corea del Norte condenó a un misionero chino cristiano de ciudadanía canadiense a cadena perpetua por “crímenes contra el Estado”. Lim Hyeon-soo, de 60 años, habría “confesado” un “plan subversivo” para derrocar al gobierno y crear en su lugar un Estado de matriz religiosa. Había “desaparecido” en febrero de 2015, y desde entonces no se supo más de él, hasta la pronunciación de la condena. Cabeza de la Light Korean Presbyterian Church, con base en las inmediaciones de Toronto, el reverendo Lim deberá descontar la pena de la sentencia con trabajo forzado. Entre las acusaciones que se le imputan, está la de haber organizado el tráfico de seres humanos hacia Corea del Sur, China y Mongolia. Sus fieles sostienen, en cambio, que en el transcurso de los años él “pudo haber ayudado” a los norcoreanos a huir del régimen, pero siempre y tan solo bajo su expreso pedido. El reverendo Lim llevó a cabo más de 100 viajes a Corea del Norte, y es descripto como “totalmente apolítico”. Todas las visitas fueron realizadas por motivos humanitarios, sobre todo en relación a ancianos y huérfanos. Ciudadano canadiense, el hombre nació en la península coreana: sin embargo, su país de adopción no tiene una presencia dilpomática en el país, y siempre ha desaconsejado a sus ciudadanos que visiten Corea del Norte. En los últimos años, los misioneros cristianos protestantes han estado frecuentamente en el centro de hechos judiciales en Corea del Norte. El misionero australiano John Short, de 75 años, fue detenido el 16 de febrero de 2014 con la acusación de “distribuir material religioso”; el 3 de marzo siguiente fue liberado “por motivos humanitarios”. Más complicada es la posición de los ciudadanos estadounidenses: los dos último americanos en manos de Pyongyang – Kenneth Bae y Matthew Miller – fueron liberados después de haber estado en la cárcel durante años, y su libertad fue posible sólo gracias a una intensa actividad dilpomática.
16-11-2015 Corea del Nord e il suo grasso Dio malato! Ban Ki-moon visiterà la Corea del Nord, piagata dalla tubercolosi Il Segretario generale delle Nazioni Unite sarà a Pyongyang entro questa settimana. È la prima visita di un leader internazionale nella nazione da più di 20 anni. A maggio il viaggio venne cancellato il giorno prima dell’arrivo. Fonti di AsiaNews: “Il Paese apre qualche spiraglio per la crisi economica e quella sanitaria. Aumentano i contagi da tbc”. [http://www.asianews.it/index.php?idn=1&art=35885]
13-11-2015 00.00 – COREA
Seoul, indagati due pastori protestanti: avrebbero “contatti illegali” con il Nord I due, Choi Jae-bong e Kim Sung-yoon, sono membri importanti del gruppo “Ministri protestanti”. La polizia ha sequestrato i loro uffici e perquisito le case. Avrebbero contattato una spia di Pyongyang per aiutare una donna a ritornare in Corea del Nord, violando la Legge sulla sicurezza nazionale. [http://www.asianews.it/index.php?idn=1&art=35873]
31-10-2015 00.00 – COREA DEL NORD
Corea del Nord, la piaga della tubercolosi non si ferma: 5mila morti nel 2014 Lo rivela un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il tasso di decessi per Tbc è cinque volte superiore a quello della Corea del Sud. In Asia, solo Timor Est ha più contagiati di Pyongyang. La mancanza di strutture causa la mancata diagnosi delle forme più resistenti della malattia. [http://www.asianews.it/index.php?idn=1&art=35744]
comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché god Kim Jong-un eve essere ucciso! COREA, Chiesa coreana: allo studio la beatificazione del vescovo di Pyongyang e compagni, martiri di Kim Il-sung
La Conferenza episcopale ha annunciato che a fine novembre inizierà l’ispezione preliminare per determinare se mons. Francesco Borgia Hong Yong-ho e i suoi 80 compagni possano essere qualificati come martiri. Imprigionato nel 1949, mons. Hong è sparito da allora. Nel gruppo anche mons. Byrne, missionario Maryknoll costretto alla “marcia della morte” dai soldati del regime nordcoreano. Seoul (AsiaNews) – La Conferenza episcopale coreana ha approvato questa mattina all’unanimità l’ispezione preliminare sul martirio di mons. Francesco Borgia Hong Yong-ho, vescovo di Pyongyang, e dei suoi 80 compagni morti per mano del regime di Kim Il-sung. Nell’aprile del 2013 la Congregazione per le cause dei santi aveva approvato la richiesta di aprire il faldone: ora i documenti e le testimonianze sono state raccolte. L’analisi dei dati inizierà alla fine di novembre 2015. Per i vescovi bisogna stabilire con certezza se il gruppo ha i requisiti per il percorso che porta alla canonizzazione. Verranno studiati documenti storici, reliquie, testimonianze dirette per stabilire le eventuali virtù eroiche, la sofferenza per la persecuzione e per inquadrare lo stile di vita del gruppo prima del martirio. Verrà presto nominata una commissione speciale incaricata di seguire il processo. Nato il 12 ottobre 1906 e ordinato sacerdote il 25 maggio 1933, mons. Hong viene nominato vicario apostolico di Pyongyang e vescovo titolare di Auzia il 24 marzo 1944 da papa Pio XII. Il successivo 29 giugno viene consacrato da monsignor Bonifatius Sauer, co-consacranti il vescovo Irenaeus Hayasaka e l’arcivescovo Paul Marie Ki Nam-ro. Nel 1949, con la divisione della penisola coreana e la stabilizzazione del regime stalinista a Pyongyang, mons. Hong e un gruppo di sacerdoti e fedeli laici “sparisce” per mano del nuovo governo. Un numeroso gruppo di fedeli viene catturato invece a Seoul nel 1950, mentre si trova sotto la guida di mons. Patrick Byrne. Il presule, missionario americano Maryknoll, si trovava nella capitale del Sud per non lasciarla sguarnita data l’assenza del vescovo, all’epoca a Roma. Il gruppo viene preso e costretto a camminare fino a Pyongyang. La provincia della capitale del Nord era stata la zona della prima missione dei Maryknoll in Corea: proprio Byrne l’aveva fondata e diretta dal 1923 al 1929. Le testimonianze dei sopravvissuti raccontano che durante la marcia, benché anziano (73 anni) e di salute cagionevole, incoraggia tutti e condivide il poco cibo che riceve con chi ritiene più debole di lui. Una polmonite lo ha stroncato. Il giorno prima di morire, a pochi chilometri dal fiume Yalu, nell’estremo nord della penisola coreana, ai compagni di sofferenza dice: “Il più grande privilegio della mia vita, dopo il dono del sacerdozio, è quello di aver sofferto per Cristo con tutti voi”. Il 10 marzo 1962 papa Giovanni XXIII decide di elevare a diocesi il vicariato di Pyongyang, anche in segno di protesta contro la politica del regime nordcoreano, e di nominare quale primo vescovo proprio mons. Hong, che diviene così un simbolo della persecuzione contro i cattolici nella Corea del Nord e in generale nei regimi comunisti. Nell’Annuario pontificio del 2012 mons. Hong era ancora indicato come vescovo titolare, anche se “scomparso”. L’anno successivo, dopo il pronunciamento delle Cause dei santi, il nome è stato rimosso.
comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un deve essere ucciso! NON HO UN PROBLEMA IDEOLOGICO O RELIGIOSO CONTRO ISLAM E COMUNISMO SE DIMOSTRANO DI NON ESSERE la feccia dell’inferno: degli assassini seriali contro il diritto di opinione!
COMUNISTI E ISLAMICI ] VOI PER ME? VALETE MENO DI LUI! [ non credo che, qualcosa mi avvenga per caso, dato che, io esco raramente di casa, ma, da molto lontano, mentre mi recavo a casa di mia suocera, io ho visto una sagoma e tu avresti pensato, oppure ti saresti chiesto: ma, quella sagoma è un maschio oppure è una femmina? infatti era un molto elegante omosessuale, che, il giorno di Pasqua camminava con dei fiori bianchi in mano! … a me dispiace molto vedere persone così, però andava per i fatti suoi ed era dignitoso, lui aveva la sua vita e non faceva del male a nessuno: VOI PER ME? VALETE MENO DI LUI!
comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un deve essere ucciso! KOREA
Beatification cause for bishop of Pyongyang, martyr of a decimated Church. Joseph Yun Li-sun The Episcopal Conference of South Korea has asked Rome to beatify the “disappeared” bishop, but never declared dead, during the persecutions of Kim Il-sung against the North’s Church. Together with his 80 companions – almost all priests and religious – he is a symbol of religious hatred and violence of the Stalinist regime led by Kim Jong-un today. Seoul (AsiaNews) – The bishops of South Korea have asked the Congregation for the Causes of Saints to open the beatification process for the bishop of Pyongyang Msgr. Francis Borgia Hong Yong-ho and his 80 companions, martyrs of the persecution carried out by the Stalinist regime of Kim Il-sung immediately after the division of the Korean peninsula in 1948. This is an important step towards the recognition of the suffering of the Catholic community in the north, decimated by the ideological hatred of the Kim regime. Ordained May 25, 1933, he was appointed vicar apostolic of Pyongyang and titular bishop of Auzia March 24, 1944 by Pope Pius XII. The following June 29, he was consecrated by Archbishop Bonifatius Sauer, co-consecrating Bishop Hayasaka Irenæus, Archbishop Paul Marie Kinama-ro. On March 10, 1962 Pope John XXIII decided to elevate the vicariate of Pyongyang to diocese, also in protest against the policies of the North Korean regime, and appointed as its first bishop, Mgr. Hong, who has becomes a symbol of persecution against Catholics in North Korea and in general in the communist regimes. Although, if he were alive he would be well over one hundred, in the Vatican they say it “cannot be excluded that he may still be a prisoner in some re-education camp”. The Pontifical Yearbook still lists Mgr Francis Hong Yong-ho as bishop of Pyongyang. Although he disappeared on March 10, 1962, he has never been officially declared dead. At present, the Catholic Church in North Korea is in appalling conditions. Since the end of the civil war in 1953, the three local ecclesiastical jurisdictions and the whole Catholic community have been brutally wiped out by the Stalinist regime. Not a single local priest has been left alive and all foreign clergymen have been expelled. In the early years of persecution by Kim Il-sung, North Korea’s first dictator, an estimated 300,000 Catholics have vanished. Despite this, the Pope has kept alive the clergy assigning sedi vacanti et ad nutum Sanctae Sedis to some South Korean ordinaries. At present, in addition to Cardinal Cheong, who administers the diocese of Pyongyang, there are Mgr John Chan Yik, bishop of Chuncheon and administrator of Hamhung, and Fr Simon Peter Ri Hyeong-u, abbot of the Benedictine Monastery of Waegwan and administrator of Tokwon. The result is that today there are no Church institutions nor resident priests in North Korea. Still there are some Christians. However, following the inauguration of the first Orthodox church last August in the North Korean capital, the remaining Catholics are the only community without a minister to celebrate their faith. According to credible sources, actual Catholics number 800, far fewer than the 3,000 recently acknowledged by the government. The so-called North Korean Catholic Association, an organisation created and run by the regime, claims to represent local Catholics. The Holy See has always discouraged visits by its leaders to Rome since there are still serious doubts about their legal and canonical status. There are strong suggestions that they are Communist Party officials, not Catholics. In North Korea only the personality cult of leader Kim Jong-Il and his late father Kim Il-Sung is allowed.The regime has always tried to prevent any religious activity, especially by Buddhists and Christians. It has forced believers to register with organisations controlled by the party. The authorities in Pyongyang have claimed that the constitution guarantees religious freedom. According to official figures, there are an estimated 10,000 Buddhists, 10,000 Protestants and 3,000 Catholics registered with officially sanctioned religious organisations. In Pyongyang itself, there are three churches: two Protestant and one Catholic. According to 2004 Report on Religious Freedom by Aid To The Church In Need, religious worship in such churches is less than traditional. The ‘Dear Leader’ is worshipped like a semi-god. In the capital’s one Catholic church, religious practice involves a once-a-week collective prayer but with no priest. In reality, these places of worship are nothing but show pieces for the odd tourist who manages to visit the country. The Christian community is subjected to harsh repression by the authorities. A Christian is doubly unpopular: accused of disloyalty to the regime and suspected of ties with the West. The majority of the faithful have been forced to express their faith in secret. In a communist country, being “discovered” while attending a mass in an unauthorized location may result in imprisonment and, at worst, torture and even capital punishment. Even the mere fact of possessing a Bible is a crime that can carry the death penalty. On 16 June 2009, a 33 year old Christian, Ri Hyon-ok, was sentenced to death and executed “for putting Bibles into circulation.”
tante benedizioni a tutti da Papa FRANCESCO! Auguri di Santa Pasqua a Ebrei Otodossi e Cattolici! En estos días, días de amor, dejémonos envolver por el misterio de Jesús que, como un grano de trigo, muriendo nos dona la vida. Es Él la semilla de nuestra esperanza. Contemplemos al Crucificado, fuente de esperanza.
Poco a poco entenderemos que esperar con Jesús
es aprender a ver ya desde ahora
la planta en la semilla,
la Pascua en la cruz,
la vida en la muerte. Papa Francisco AsiaNews desea a los amigos lectores una Santa Pascua 2017 16/04/2017 – VATICANO
El Papa en la bendición Urbi et Orbi: Que el Resucitado conforte al pueblo sirio, al Oriente Medio, a África, a Ucrania y a América Latina
En el mensaje de Pascua, el Papa Francisco recuerda la masacre de los refugiados que fueron bombardeados ayer mientras huían de Alepo. “Los signos de la Pasión” de Jesús nos atraen “hacia su camino, el camino de la vida”. “El Pastor Resucitado se hace compañero de camino de quienes se ven obligados a dejar la propia tierra a causa de los conflictos armados, de los ataques terroristas, de las carestías, de los regímenes opresivos”. Un recuerdo por Europa, donde falta la “esperanza”.
i sacerdoti di satana cannibali CIA 666 UK 322 NATO sPa Germania NWO FED BCE BILDEBERG Francia NWO ] loro giocano con la vita delle persone per dimostrare che sono più intelligenti di me!?! è vero che: io sono un idiota, è vero, ma, tuttavia non è possibile vincere contro UNIUS REI!
10/08/2014, comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un deve essere ucciso! 08/10/2014, comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un deve essere ucciso! COREA DEL NORTE – ONU ONU, Pyongyang defiende lager: Son centros donde se convencen a los que cometen errores para que mejoren Choe Myong-nam, un alto funcionario del gobierno de Pyongyang, participa sorpresivamente en la audiencia convocada en la sede de la ONU para discutir las atrocidades cometidas por el régimen de Kim. La defensa del sistema socio-política del país, “bajo el ataque de fuerzas oscuras”, y admitió: “Hay lugares donde invitamos a la gente a pensar acerca de sus errores”. Nueva York (AsiaNews / Agencias) – En Corea del Norte, “no hay lager, sino centros de detención donde las personas son persuadidas para mejorar sus propios pensamientos y razonar sobre sus errores”. Pero esto “no cambia una buena situación, que puede y va a ser mejorada, donde las condiciones de vida de la población son dignas y respetadas”. Lo dijo Choe Myong-nam, un alto funcionario del gobierno de Pyongyang, durante una audiencia sobre la situación de los derechos humanos en el país, que tuvo lugar en las Naciones Unidas. Es muy raro que el régimen dirigido por Kim responda a los llamamientos de la comunidad internacional, y la presencia de Choe en la ONU podría confirmar los rumores de que Corea del Norte están en curso grandes cambios. La audiencia fue organizada para dar a Pyongyang la oportunidad de discutir el informe de la ONU sobre los derechos humanos en Corea: en el texto, presentado en febrero de 2014 y en base a los testimonios de los exiliados, se señala con el dedo las “atrocidades inenarrables” que son cometidas “a gran escala “contra” todo el pueblo de Corea del Norte”. El informe también menciona los campos de trabajo, donde serían encarcelados decenas de miles de prisioneros. En respuesta a las alegaciones, frente a funcionarios de la ONU y diplomáticos extranjeros, Choe ha dejado claro que “no son campos de trabajo o de concentración. Son centros de detención donde las personas son persuadidas para mejorar su forma de pensar y razonar acerca de sus errores”. De acuerdo con el funcionario, la de Corea del Norte es “una sociedad en transición, y esto puede ser problemático. Tal vez tengamos que construir más viviendas y crear mejores servicios sociales para dar a la gente mejores condiciones de vida”. Pero todos los males del país, subrayo reactivando la propaganda nacional, “vienen de la presión de las fuerzas externas que afectan nuestra situación económica”. La referencia es a las sanciones internacionales aprobadas después de la tercera prueba nuclear no autorizada realizada por el régimen de Kim. En cualquier caso, Choe concluyó rechazando las acusaciones de la ONU y recordó que su gobierno – inmediatamente después de la publicación del informe – lo ha descrito como “el intento más reciente dirigido por fuerzas hostiles a utilizar los derechos humanos para denigrar la ‘imagen e ideología elegidos por el pueblo coreano”.
NORTH KOREA – UNITED NATIONS At UN Pyongyang defends its prison camps as re-education centres for wrongdoers Choe Myong-nam, a senior North Korean official, holds surprise briefing at UN Headquarters to discuss the atrocities committed by the Kim regime. He defends his country’s socio-political system against “external forces,” but acknowledges the existence of “detention centres where people are improved through their mentality and look on their wrongdoings”. New York (AsiaNews/Agencies) – There are “no prison camps” in North Korea but there are “detention centres where people are improved through their mentality and look on their wrongdoings,” said North Korean government official Choe Myong Nam who spoke at a briefing held at the United Nations. In his view, things are good but can improve and “the enjoyment of the people will be further expanded”. It is very rare for the Kim regime to respond to calls of the international community. However, Choe’s presence at the United Nations might be a sign that North Korea is undergoing great changes. For North Korea this is a rare briefing at the UN to discuss its recent report on its own human rights situation. A UN report released in February, based on defectors’ accounts, found that North Korea was committing “unspeakable atrocities” against its own people on a vast scale, holding tens of thousands of people in prison camps. Choe told the briefing – which was open to reporters and foreign diplomats – that there were “no prison camps” operating in North Korea but there were “detention centres where people are improved through their mentality and look on their wrongdoings”. Describing North Korea as a “transition society”, he acknowledged that “there might be some problems, for example in the economic and other areas,” and that “we may need to establish more houses and social facilities in order to provide people with better living conditions”. However, he blamed North Korea’s economic situation on “external forces”, in an apparent reference to the stringent international sanctions the country is under as a result of its repeated nuclear and ballistic missile tests in recent years. The briefing comes after North Korea issued its own report last month rebutting the UN findings, claiming that “hostile forces are persistently peddling the ‘human rights issue’ in the DPRK [North Korea] in a bid to tarnish its image and bring down the social system and ideology chosen by the Korean people”.
08/10/2014, comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un deve essere ucciso! COREA DEL NORD – ONU Onu, Pyongyang difende i lager: Sono centri dove convinciamo chi sbaglia a migliorare Choe Myong-nam, alto funzionario del governo di Pyongyang, partecipa a sorpresa all’audizione convocata presso il Palazzo di Vetro per discutere delle atrocità compiute dal regime dei Kim. La difesa del sistema socio-politico del Paese, “sotto l’attacco di forze oscure”, e l’ammissione: “Esistono posti dove invitiamo le persone a ragionare sui propri errori”. New York (AsiaNews/Agenzie) – In Corea del Nord “non ci sono lager, ma centri di detenzione dove le persone vengono convinte a migliorare i propri pensieri e ragionare sui propri errori”. Ma questo “non cambia una situazione buona, che può essere e sarà migliorata, dove le condizioni di vita della popolazione sono dignitose e rispettate”. Lo ha detto Choe Myong-nam, alto funzionario del governo di Pyongyang, durante un’audizione sulla situazione dei diritti umani nel Paese che si è svolta alle Nazioni Unite. È molto raro che il regime guidato dai Kim risponda alle convocazioni della comunità internazionale, e la presenza di Choe al Palazzo di vetro potrebbe confermare le indiscrezioni secondo cui in Corea del Nord sono in corso grandi cambiamenti. L’audizione era organizzata per dare a Pyongyang la possibilità di discutere il Rapporto Onu sui diritti umani in Corea: nel testo, presentato nel febbraio 2014 e basato sulle testimonianze di esuli, si punta il dito contro le “atrocità inenarrabili” che vengono compiute “su larga scala” contro “tutta la popolazione nordcoreana”. Il Rapporto menziona anche i campi di lavoro, dove sarebbero rinchiuse decine di migliaia di prigionieri. Rispondendo alle accuse, davanti ai funzionari Onu e ai diplomatici stranieri, Choe ha chiarito che “non sono campi di lavoro o lager. Sono centri di detenzione dove le persone vengono convinte a migliorare i propri pensieri e ragionare sui propri errori”. Secondo il funzionario, quella nordcoreana è “una società in transizione, e per questo possono esserci dei problemi. Potremmo aver bisogno di costruire altre case o creare migliori servizi sociali per dare alla gente condizioni di vita migliore”. Ma tutti i mali del Paese, ha sottolineato rispolverando la propaganda nazionale, “vengono dalla pressione di forze esterne che colpiscono la nostra situazione economica”. Il riferimento è alle sanzioni internazionali approvate dopo il terzo test nucleare non autorizzato condotto dal regime dei Kim. In ogni caso, Choe ha concluso respingendo le accuse dell’Onu e ha ricordato come proprio il suo governo – subito dopo la pubblicazione del Rapporto – lo abbia definito “l’ennesimo tentativo condotto da forze ostili di usare i diritti umani per denigrare l’immagine e l’ideologia scelte dal popolo coreano”.
COREA DEL NORD – ONU Onu: Pyongyang “a processo” per crimini contro l’umanità, comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un deve essere ucciso! La Commissione per i diritti umani (Unhrc) ha passato una mozione con cui chiede di portare la Nordcorea davanti alla Corte penale internazionale. “Improbabile” che la misura superi il Consiglio di sicurezza, dove Russia e Cina (alleati di Pyongyang) sono membri permanenti. A febbraio un rapporto Onu ha fatto luce sulle atrocità compiute dal regime sulla popolazione. Pyongyang (AsiaNews/Agenzie) – La Commissione Onu per i diritti umani (Unhrc) ha chiesto al Consiglio di Sicurezza di portare la Corea del Nord davanti alla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità. L’agenzia delle Nazioni Unite ha passato ieri la mozione con 111 voti favorevoli, 19 contrari e 55 astensioni. La misura, non ancora vincolante, passerà all’Assemblea Generale il prossimo mese, e solo con un eventuale voto favorevole diventerà effettiva. Immediata la reazione del regime di Pyongyang, che attraverso il funzionario Cho Myong-Nam ha minacciato “nuovi test nucleari”. La mozione passata ieri tiene conto del Rapporto Onu sui diritti umani in Corea, presentato nel febbraio 2014 e basato sulle testimonianze di esuli. Nel documento, si punta il dito contro le “atrocità inenarrabili e senza paragoni nel resto del mondo” che vengono compiute “su larga scala” contro “tutta la popolazione nordcoreana”. Esso cita anche i campi di lavoro, dove sarebbero rinchiuse decine di migliaia di prigionieri. Pyongyang li definisce “centri di detenzione dove le persone vengono convinte a migliorare i propri pensieri e a ragionare sui propri errori”. Michael Kirby, tra i firmatari del Rapporto, ha definito la mossa di ieri “un passo importante nella difesa dei diritti umani”. La risoluzione non nomina mai il leader supremo della Corea del Nord, Kim Jong-un, ma ricorda che il documento Onu ritiene responsabili “i più alti livelli dello Stato” per gli abusi ai diritti umani. Tuttavia, diplomatici ed esperti dubitano che la misura riesca a superare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di cui Cina e Russia – principali alleati di Pyongyang – sono membri permanenti con diritto di veto. Ieri Mosca e Pechino hanno votato contro la mozione, insieme a Cuba, Iran, Siria, Belarus, Venezuela, Uzbekistan e Sudan. Sin So-ho, rappresentante nordcoreano alle Nazioni Unite, ha commentato: “Gli sponsor e i sostenitori di questa mozione devono essere ritenuti responsabili per tutte le conseguenze, perché sono loro che hanno distrutto l’opportunità e le condizioni per una cooperazione in materia di diritti umani”.
sappiamo tutti che può essere solo una ipotesi. ma, la morte di queste due ragazze potrebbe essere stata posta in essere dai sacerdoti di satana USA 666 Germania, per squalificare le mie affermazione circa la scomparsa (omicidio), dopo aver subito il bullismo da youtube/user/youtube di marlamarleen la mia amica [ ADRIA – Adria è nuovamente sotto shock. Un’altra giovane vita è volata via troppo presto. La città del Groto finisce in una spirale di lutti che non sembra conoscere fine. A pochi giorni dalla tragica fine di Carlotta Portieri, la città piange la scomparsa della 24enne Francesca Bisco. La ragazza è morta a Londra, in circostanze ancora tutte da chiarire. Era arrivata in Inghilterra un anno e mezzo fa, al pari di tanti altri suo coetanei e dello stesso fratello maggiore, Enrico. A una settimana dalla tragica fine di Carlotta Portieri, vicenda che la Polizia cinese sta archiviando definitivamente come suicidio, anche se la famiglia della giovane continua a non credere all’ipotesi del gesto estremo, la città piomba di nuovo nell’angoscia per un’altra giovane vita spezzata. Aveva soli 24 anni e tutta la vita davanti Francesca Bezuayehu Bisco, figlia adottiva del dottor Francesco Bisco, ortopedico e traumatologo alla casa di cura Madonna della salute di Porto Viro, con studio anche ad Adria in corso Mazzini, proprietario dell’agriturismo Scirocco con annesso circolo ippico. La morte della giovane è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato: dai primi riscontri sembra che la ragazza si sia tolta la vita. Le prime notizie parlano di soffocamento. A dare l’allarme una delle studentesse con cui Francesca divideva l’appartamento a Dalston, quartiere a nord-est di Londra.
Nelle scorse settimane la ragazza era stata raggiunta dai genitori a Londra: avevano voluto starle a fianco dal momento che sembrava soffrisse di una crisi depressiva passeggera dopo che il fratello Enrico, con cui aveva vissuto per un periodo a Londra, aveva lasciato la capitale del Regno Unito per fare ritorno in Italia. Il giovane aveva già fatto ritorno ad Adria.
SALMAN SAUDI ARABIA ] tu che dici? due ragazze dello stesso paese che muoiono entrambe in circostanze misteriose e che non esce fuori nessun colpevole? QUANDO SONO I SACERDOTI DI SATANA AD UCCIDERE? NON ESCE MAI NESSUN COLPEVOLE! FANNO 200000 SACRIFICI UMANI SULL’ALTARE DI SATANA OGNI ANNO MA NON ESCE NESSUN COLPEVOLE! DI COSTORO? TU SEI L’ALLEATO! [ sappiamo tutti che può essere solo una ipotesi. ma, la morte di queste due ragazze potrebbe essere stata posta in essere dai sacerdoti di satana USA 666 Germania, per squalificare le mie affermazione circa la scomparsa (omicidio), dopo aver subito il bullismo da youtube/user/youtube di marlamarleen la mia amica [ ADRIA A pochi giorni dalla tragica fine di Carlotta Portieri, la città piange la scomparsa della 24enne Francesca Bisco. [ DI COSTORO? TU SEI L’ALLEATO!
di costoro UK 666 USA CIA NATO? Islam Mecca Kaaba è il complice! SALMAN SAUDI ARABIA tu che dici? ] Cecilia Gatto Trocchi (Roma, 19 giugno 1939 – Roma, 11 luglio 2005) è stata un’antropologa italiana. Cecilia Gatto Trocchi? È STATA CHIARAMENTE UCCISA, MA NON SI PUÒ DIMOSTRARE! di costoro UK 666 USA CIA NATO? Islam Mecca Kaaba è il complice!
18/02/2014, COREA – ONU: vuol dire che Pechino pagherà per i delitti di Pyongyang! Pechino e Pyongyang contro il Rapporto Onu: Complotto politico. comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un deve essere ucciso! La Commissione speciale sulla Corea del Nord presenta il Rapporto sui crimini contro l’umanità commessi dal regime dei Kim. Dopo 61 anni dalla divisione della penisola, le Nazioni Unite sottolineano le “atrocità che quel governo compie impunemente contro la sua popolazione”. Analisti ed esperti: “Bella mossa, ma sarà difficile vedere un’attuazione pratica”. Seoul (AsiaNews) – Il Rapporto ufficiale sulla situazione dei diritti umani in Corea del Nord ha provocato le reazioni sdegnate di Pechino e Pyongyang, che rimandano al mittente le accuse di “atrocità” e “crimini contro l’umanità” e chiedono alle Nazioni Unite di “non procedere oltre” con la richiesta di deferire il regime dei Kim alla Corte penale internazionale. Dal punto di vista formale, il governo nordcoreano non ha neanche risposto alle accuse ricordando solo di “non fare parte” degli organismi internazionali che hanno dato il via all’inchiesta (Commissione Onu per i diritti dell’uomo e Corte penale internazionale). Pyongyang ha definito la mossa “un complotto politico ordito dall’Unione Europea e dal Giappone, con la complicità ostile dell’America”. La Cina è coinvolta nelle 372 pagine del Rapporto in maniera diretta: secondo molte testimonianze, l’atteggiamento cinese e la sua politica di rimpatrio forzato degli esuli dal Nord sono una forma di “complicità” nei crimini contro l’umanità. Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino ha risposto che quella politica “fa parte di un trattato bilaterale” sul quale il Palazzo di vetro “non ha giurisdizione. Non possiamo in alcun modo accettare queste accuse”. Il Rapporto è stato presentato ieri a Ginevra dalla Commissione incaricata dall’Onu di indagare sulle violazioni ai diritti umani. Essa è composta dall’australiano Michael Kirby, dalla serba Sonja Biserko e dall’indonesiano Marzuki Darusman. I risultati completi del Rapporto, che sarà reso pubblico e adottato dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu il prossimo 17 marzo, si basano sulle parole di 80 testimoni. Questi sono stati ascoltati lo scorso anno nel corso di quattro udienze pubbliche a Seoul, Tokyo, Londra e Washington; inoltre, la Commissione ha ascoltato in via confidenziale altre 240 persone. Si tratta di esuli nordcoreani che oggi vivono nel Sud, di cui non sono state divulgate le generalità per motivi di sicurezza. Le testimonianze sono terribili: centinaia di migliaia di persone sono morte nei campi di lavoro del regime, rinchiuse a causa di motivazioni politiche, religiose o sociali. Secondo il testo, all’interno dei gulag (che conterrebbero ancora oggi circa 300mila persone) il diritto “non esiste: i lavoratori sono costretti a vivere e morire come animali, sono sottoposti a violenze sessuali e torture, sotto una perenne coercizione psicologica”. La situazione non è nuova: in effetti dura da 61 anni, ovvero dalla divisione in due della penisola coreana al termine della Guerra di Corea. La parte Nord, sostenuta dalla Cina, è guidata da allora dalla famiglia Kim: il primo dittatore, Kim Il-sung, scelse una politica autarchica e isolazionista, distruggendo con la violenza i partiti politici e le religioni. Migliaia di religiosi cattolici furono costretti a partecipare alle “marce della morte” – chilometri a piedi per settimane intere – e decine di migliaia di buddisti vennero fucilati. Prima di chiudere la conferenza stampa, l’ex giudice Kirby ha dichiarato: “Il mondo non può addurre l’ignoranza come scusa per aver fallito nel porre fine alle violazioni dei diritti umani in Corea del Nord. Al termine della seconda guerra mondiale molti hanno detto che se solo avessero saputo avrebbero agito. Adesso il mondo sa. Non c’è nessuna scusa”. Tuttavia, analisti ed esperti dell’area si chiedono come farà l’Onu – dal punto di vista pratico – a rendere efficaci le denunce e costringere Pyongyang a interrompere la propria politica di terrore. Una strada potrebbe essere il deferimento alla Corte penale internazionale, ma serve il voto positivo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di cui è membro permanente (con diritto di veto) anche Pechino. Jared Genser, avvocato che patrocina le cause riguardo i diritti umani alla Corte dell’Aja ed esperto della Corea del Nord, dice: “La Commissione ha fatto un lavoro eccellente, ma è rischioso chiedere al Consiglio di Sicurezza di intervenire. Dal punto di vista legale una sua azione sarebbe giustificata e appropriata, ma di fatto farà infuriare la Cina”. Yun Yeo-sang, direttore del Centro dati per i diritti in Corea del Nord, cerca comunque il lato positivo: “Il Rapporto sembra aver convinto il mondo della gravità della situazione. Ora abbiamo informazioni che prima non avevamo”.
08/10/2014 COREA DEL NORTE – ONU. COREA – ONU: vuol dire che Pechino pagherà per i delitti di Pyongyang! Pechino e Pyongyang contro il Rapporto Onu: Complotto politico. comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un deve essere ucciso!
ONU, Pyongyang defiende lager: Son centros donde se convencen a los que cometen errores para que mejoren
Choe Myong-nam, un alto funcionario del gobierno de Pyongyang, participa sorpresivamente en la audiencia convocada en la sede de la ONU para discutir las atrocidades cometidas por el régimen de Kim. La defensa del sistema socio-política del país, “bajo el ataque de fuerzas oscuras”, y admitió: “Hay lugares donde invitamos a la gente a pensar acerca de sus errores”.
07/07/2016 12:54:00 EEUU-COREA DEL NORTE
Washington, primeras sanciones contra Corea del Norte y Kim Jong-un
Por primera vez, el gobierno americano aplica medidas unilaterales contra el régimen estalinista. Su dictador “continúa infligiendo crueldades intolerables” a millones de compatriotas. En el pasado fueron sancionados Gadaffi, Mugabe, Assad y Saddam Hussein.
19/11/2014 COREA DEL NORTE – ONU
Onu: Pyonyang “a juicio” por crímenes contra la humanidad
La Comisión para los Derechos Humanos (Unhrc) pasó una moción en la cual pide llevar a Corea del Norte delante de la Corte penal internacional. “Improbable” que la medida supere el Concejo de Seguridad, donde Rusia y China (aliados de Pyongyang) son miembros permanentes. En febrero un documento de la Onu hizo luz sobre las atrocidades realizadas por el régimen contra la población.
16/02/2016 14:11:00 CHINA
Para los activistas, el 2015 fue el peor año para los derechos humanos en China
El Chinese Human Rights Defender publica su informe anual sobre la situación de la libertad en el país. El año pasado se produjeron más casos de violaciones de derechos humanos que en la suma de los tres años anteriores. Se trata ahora, escriben los autores, de una “característica de la presidencia de Xi Jinping”.
20/11/2014 COREA – ONU
Pyongyang amenaza: A la investigación Onu respondemos con un test nuclear
Es la respuesta al pedido de la Onu de procesar al país en un Tribunal penal internacional. Acusación a los EEUU, “que han organizado todo”. Los satélites muestran gran actividad en las zonas de los reactores. El número dos de Corea del Norte vuela a Moscú y se encuentra con Putin.
08/10/2014 COREA DEL NORTE – ONU. COREA – ONU: vuol dire che Pechino pagherà per i delitti di Pyongyang! Pechino e Pyongyang contro il Rapporto Onu: Complotto politico. comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un deve essere ucciso! 18/02/2014, 00.00 COREA – ONU Beijing y Pyongyang contra el informe de la ONU: conspiración política El Comité Especial sobre Corea del Norte presenta el informe sobre los crímenes contra la humanidad cometidos por el régimen de Kim. Después de 61 años desde la división de la península, las Naciones Unidas hacen hincapié en las “atrocidades que el gobierno hace con impunidad contra su pueblo”. Analistas y expertos: “Buena jugada, pero será difícil ver la aplicación práctica”. Seúl (AsiaNews) – El informe oficial sobre la situación de los derechos humanos en Corea del Norte provocó la protesta en Beijing y Pyongyang, que se refieren a las acusaciones de “atrocidades ” y “crímenes contra la humanidad” y pidió a las Naciones Unidas “no seguir adelante ” con una solicitud de remisión del régimen de Kim a la Corte Internacional de los Derechos Humanos. Desde el punto de vista formal, el gobierno de Corea del Norte ni siquiera ha respondido a las acusaciones recordando sólo “parte” de las organizaciones internacionales que han iniciado la investigación (Comisión de Derechos Humanos y la Corte Internacional de Justicia). Pyongyang ha llamado al movimiento “una conspiración política urdida por la Unión Europea y Japón, con la complicidad hostil de América”. China está involucrada en las 372 páginas del informe de una manera directa: según muchos testigos, la actitud de China y su política de repatriación forzada de refugiados del Norte son una forma de “complicidad” en los crímenes contra la humanidad. El portavoz del Ministerio de Relaciones Exteriores en Beijing, dijo que la política “es parte de un tratado bilateral ” en la cual el Palacio de cristal “no tiene jurisdicción. No podemos de ninguna manera aceptar estas acusaciones”. El informe fue presentado ayer en Ginebra por la Comisión nombrada por la ONU para investigar las violaciones de los derechos humanos. Está compuesto por el australiano Michael Kirby, el serbio Sonja Biserko y por el indonesio Marzuki Darusman. Los resultados completos del informe, que se hará público y se aprueba por el Consejo de Derechos Humanos de la ONU el 17 de marzo, se basan en las palabras de 80 testigos. Estos se escucharon el año pasado en el transcurso de cuatro audiencias públicas en Seúl, Tokio, Londres y Washington, además, la Comisión escuchó confidencialmente otras 240 personas. Son exiliados norcoreanos que ahora viven en el Sur, que no ha sido revelada la identidad por razones de seguridad. Los testimonios son nefastas: cientos de miles de personas han muerto en los campos de trabajos forzados del régimen, encarcelado por razones políticas, religiosas o sociales. Según el texto, en el gulag (que todavía contiene cerca de 300 mil personas) el derecho ” no existe: los trabajadores se ven obligados a vivir y morir como animales, son sometidos a la violencia sexual y la tortura, bajo una coacción psicológica perpetua”. La situación no es nueva: de hecho ha estado pasando durante 61 años, desde la división de la península coreana en dos en el final de la Guerra de Corea. La parte norte, con el apoyo de China, está dirigida desde entonces por la familia Kim: el ex dictador, Kim Il -sung, eligió una política de autarquía y el aislacionismo, la destrucción de los partidos políticos y religiones con violencia. Miles de clérigos católicos fueron obligados a participar en las “marchas de la muerte ” – kilómetros a pie por semanas enteras – y decenas de miles de budistas fueron fusilados. Antes de cerrar la conferencia de prensa, el ex juez Kirby dijo: “El mundo no puede alegar ignorancia como excusa por no haber puesto fin a violaciones de los derechos humanos en Corea del Norte. Al termino de la Segunda Guerra Mundial muchos han dicho sólo si ellos hubiesen sabido habrían actuado. Ahora el mundo sabe. No hay excusas”. Sin embargo, los analistas y expertos en el área se preguntan cómo hacer que la ONU – desde el punto de vista práctico – tenga eficacia al presentar las quejas y obligar a Pyongyang a detener su política de terror. Un camino puede ser un recurso a la Corte Internacional de Derechos Humanos, pero sirve el voto favorable del Consejo de Seguridad de las Naciones Unidas de la que es miembro permanente (con poder de veto ), incluso Beijing. Jared Genser, abogado que patrocina las causas de los derechos humanos ante el Tribunal de La Haya y experto en Corea del Norte, dijo: “La Comisión ha hecho un excelente trabajo, pero es riesgoso pedir al Consejo de Seguridad para intervenir; Desde el punto de vista de una acción legal está justificada y apropiada, pero en realidad enfurecerá a China”. Yun Yeo -sang, director del Centro de datos para los derechos en Corea del Norte, sin embargo, mira el lado positivo: “El informe parece haber convencido al mundo de la gravedad de la situación ahora tenemos información que no teníamos antes”.
06/06/2008, COREA – ONU: vuol dire che Pechino pagherà per i delitti di Pyongyang! Pechino e Pyongyang contro il Rapporto Onu: Complotto politico. comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un deve essere ucciso! NORTH KOREA 900,000 prisoners will be killed in gulags of Pyongyang if Koreas are reunified This is the charge of a former North Korean prison guard, now a refugee in the south, who speaks of special plans to eliminate work camp detainees in the case of reunification between the two Koreas. Seoul (AsiaNews) – In case of reunification between the two Koreas, about 900,000 North Koreans will be killed immediately and in silence. They are prisoners of the North Korean gulags, a slave army forced by the regime to live only in order to produce, often imprisoned without any accusation and deprived of any human rights. This is the charge of Ahn Myong Chol, a former North Korean prison guard who fled his country after working in prison camp number 22, and currently a refugee in South Korea. During a meeting held a few days ago at a South Korean university, the dissident charged: “The world must become more aware of the situation in North Korea, where the regime survives through the terror inflicted on its citizens, and sends millions of people to the labour camps without any justification”. According to Ahn, the gulag population is at grave risk: “By my own experience, I know how little the government cares about the fate of those who live in the labour camps. In case of the reunification of the two Koreas, emergency plans are ready to kill all of the prisoners, who otherwise might later become witnesses against the socialist leaders and against the prison guards”. The dissident worked in the gulags from 1987 to 1994. After the arrest of his father and the execution of his entire family – “guilty” of criticising a government decision – he decided to flee. He says of the camps: “They are the worst place in the world and, at the same time, the key to the regime’s survival. It uses the gulags as a means for controlling the population through terror, and also as a source of manual labour. For example, camp 22 produces an enormous quantity of coal at almost no cost”. Entire families live inside the camps, since the political thought of Kim Il-sung – the first North Korean dictator, and the father of “dear leader” Kim Jong-il – imposes incarceration on traitors “until the third generation”. For this reason, Ahn confirms, “the children and nephews of those found guilty are sent to the camps, to turn them against their own families, which are pointed out as the real source of their suffering “. In conclusion, the former prison guard denounces: “After facing the nuclear problem, the international community will not seek to help North Korean citizens, who suffer from the continual violation of their human rights. And yet this is the Achilles heel of the regime”.
https://it.sputniknews.com/politica/201704164360743-geopolitica-Pyongyang-Trump-Asia-test-missili-diplomazia/
30/04/2012 COREA – ONU: vuol dire che Pechino pagherà per i delitti di Pyongyang! Pechino e Pyongyang contro il Rapporto Onu: Complotto politico. comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un deve essere ucciso!02/18/2014, 00.00 KOREA – UNITED NATIONS Beijing and Pyongyang call UN report a political plot In its report, the Commission of Inquiry released accuses North Korea of crimes against humanity. Sixty-one years after the Korean Peninsula was divided, the United Nations notes that “Crimes against humanity are ongoing” under the Kim regime “because the policies, institutions and patterns of impunity that lie at their heart remain in place.” But for analysts and experts, as good as the report might be, its actual effect is questionable. Seoul (AsiaNews) – The official report on the situation of human rights in North Korea has caused an uproar in China and North Korea. Both countries have rejected accusations of “atrocities” and “crimes against humanity” levelled at Pyongyang, calling instead on the United Nations not to go any further or take the Kim regime to the International Criminal Court. The North Korean government has not formally answered the charges, except to note that it is not party to the international bodies that launched the investigation (UN Commission on Human Rights or the International Court of Justice), and described the report as a “political plot” by “the EU and Japan, in alliance with the US hostile policy.” China is directly mentioned in the 372-page report. According to many witnesses, China’s attitude and its policy of forced repatriation of refugees from the North are a form of complicity in crimes against humanity. In Beijing, a Foreign Ministry spokesperson said that repatriation is a bilateral matter beyond the jurisdiction of the United Nations. The Commission of Inquiry on Human Rights in the Democratic People’s Republic of Korea presented its report yesterday in Geneva. The commission is made up of retired Australian High Court Justice Michael Kirby, veteran human rights activist Sonja Biserko and UN Special Rapporteur Marzuki Darusman. The report’s detailed findings are based on the accounts of 80 witnesses and will presented to the United Nations Human Rights Council at its 25th regular session in Geneva on 17 March 2014. The witnesses are North Koreans who fled their homeland and spoke in four public hearings in Seoul, Tokyo, London and Washington. Their identities were not disclosed for security reasons. The Commission also held 240 confidential interviews. Witness said that hundreds of thousands of people have died in labour camps, people imprisoned for political, religious or social reasons. According to the report, the camps are an area of lawlessness (housing some 300,000 people), where workers are forced to live and die like animals, subjected to sexual violence and torture, under perpetual psychological coercion. There is nothing new in this situation – it has existed for 61 years, ever since the peninsula was divided into two at the end of the Korean War. Backed by China, the Kim family continues to rule North Korea. Kim Il-sung, the first dictator, chose a policy of autarchy and isolationism, violently destroying religions and other political parties. At the end of the press conference presenting the report, retired judge Michael Kirby said the world could no longer plead ignorance as an excuse for failing to stop human rights violations in North Korea. “At the end of the Second World War, so many people said: If only we had known . . . . Now the international community does know,” he said. “There will be no excusing of failure of action because we didn’t know.” Still, analysts and experts wonder how the United Nations can compel Pyongyang to stop its terror policies. One way would be to refer the case to the international Criminal Court, but that would require the approval of the Security Council of the United Nations where China has a permanent veto. Jared Genser, an international human rights lawyer and an expert on North Korean abuses, said: “It is exciting but also risky that the commission appears to have requested the Security Council refer the situation in [North Korea] to the International Criminal Court. There is no doubt that legally such a referral would be highly justified and appropriate. But it is also bound to infuriate China.” “During the course of the commission’s investigation, researchers seem to have come to a fuller realization of the severity of the human rights situation in North Korea,” said Yun Yeo-sang, director of the Database Center for North Korean Rights. “The information contained in the report,” he added, “is much more advanced than we had originally thought.”
CINA ] io vi devo giustiziare: entrambi [ NORTH KOREA
jewish temple III kingdom 20:03 16.04.2017 | 06/06/2008, COREA – ONU: vuol dire che Pechino pagherà per i delitti di Pyongyang! Pechino e Pyongyang contro il Rapporto Onu: Complotto politico. comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un deve essere ucciso! NORTH KOREA 900,000 prisoners will be killed in gulags of Pyongyang if Koreas are reunified This is the charge of a former North Korean prison guard, now a refugee in the south, who speaks of special plans to eliminate work camp detainees in the case of reunification between the two Koreas. jewish temple III kingdom 16.04.2017 |jewish temple III kingdom, CINA ] io vi devo giustiziare: entrambi [ NORTH KOREA https://it.sputniknews.com/politica/201704164360743-geopolitica-Pyongyang-Trump-Asia-test-missili-diplomazia/
jewish temple III kingdom 16.04.2017 | UK nazisti vergogna! io non sono in questa malvagità di UK 666 CIA USA UE NATO! Satanisti massoni e Farisei hanno aggredito una SIRIA, con la galassiah islamica shariah saudita, certo Siria shariah che merita di morire, come per ogni shariah, per ultima: a motivo della sua laicità e multiculturalismo umanistico: la meno colpevole di tutta la shariah LEGA ARABA! ed ora vogliono colpire un innocente Asma! Times: autorità inglesi vogliono privare moglie di Assad di cittadinanza britannica
I deputati del Parlamento della Gran Bretagna si sono rivolti al ministero degli Interni per privare la moglie del presidente siriano Bashar Assad, Asma, della cittadinanza britannica, riporta il Times domenica senza citare fonti specifiche. https://it.sputniknews.com/mondo/201704164359793-Media-autorit-inglesi-vogliono-privare-moglie-di-Assad-di-cittadinanza-britannica/
22/02/2005, 00.00 COREA DEL NORD Infanticidio e aborto forzato nei campi di detenzione nord coreani Seoul ( COREA – ONU: vuol dire che Pechino pagherà per i delitti di Pyongyang! Pechino e Pyongyang contro il Rapporto Onu: Complotto politico. comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un il DIO deve essere ucciso!) Park Sun-ja, una rifugiata nord coreana di 28 anni, ha testimoniato oggi ad una conferenza internazionale sulle violazioni dei diritti umani in Corea del Nord. La donna ha confermato con la sua testimonianza diretta che l’infanticidio e l’aborto forzato sono pratiche comuni all’interno dei campi di detenzione della Corea del Nord. La sua testimonianza è terribile: “Ho ascoltato i pianti di madri e figli attraverso le tende di un ospedale. Attraverso una parziale apertura della tendina, un giorno ho visto con i miei occhi un’infermiera coprire la faccia di un neonato con un asciugamano bagnato e soffocarlo. Il bambino ha smesso di piangere dopo circa 10 minuti”. La testimonianza è continuata: “Tutti i prigionieri sanno che i bambini vengono uccisi immediatamente dopo il parto. Vengono avvolti in un pezzo di stoffa e bruciati in una collina vicino al campo”. La rifugiata ha spiegato che è usuale nei campi iniettare medicinali che inducano il parto prematuro. “Io non posso immaginare come quella donna si è sentita. Avevo sentito di fatti come questi, ma dopo averli visti con i miei occhi, non mi sono più sentita di vivere in una società civile”. Park Sun-ja è uno pseudonimo. Il nome vero è tenuto nascosto per garantire la sua sicurezza. La donna è stata catturata in Cina, dove aveva tentato la fuga nel 2000. Dopo la cattura è stata condannata a 2 mesi di reclusione nel campo di detenzione della provincia di Shinuiju. Lì è stata testimone di questo infanticidio. Nel 2002è riuscita a scappare in Corea del Sud.
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02/22/2005, 00.00 NORTH KOREA Infanticide, Forced Abortions Common Practice in North Korean Camps Seoul ( COREA – ONU: vuol dire che Pechino pagherà per i delitti di Pyongyang! Pechino e Pyongyang contro il Rapporto Onu: Complotto politico. comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un il DIO deve essere ucciso!) A defector, testifying at human rights hearings Tuesday, said that infanticide and forced abortion are common practices in North Korean detention camps. “I heard the cries of both mother and child through the curtain (at a hospital). And through the partially open curtain, I witnessed the nurse covering the infant’s face with a wet towel on a table, suffocating it,” said the 28-year-old woman, identified as Park Sun-ja, according to a koreaherald.co.kr report. “The baby stopped crying about ten minutes later,” Park added. She was testifying at an international conference discussing human rights abuses in North Korea. Her real name was withheld for her protection. Park observed the infanticide while a prisoner at Shinuiju Provincial Detention Camp for two months after a failed escape in 2000 led to her capture in China. She successfully escaped to South Korea in 2002. “All the prisoners there believed that all infants were killed immediately upon delivery and wrapped up in a piece of cloth before being buried at a nearby hill,” Park said. She said injections were the usual method used to induce early delivery of the child. “I cannot even imagine how she may have felt,” she said. “I heard that these kinds of acts were done before, but once I saw them with my eyes, I didn’t feel like living in the society again.” ========================
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jewish temple III kingdomIn risposta jewish temple III kingdom( 20:14 16.04.2017 | jewish temple III kingdom, my ISRAEL ] quando entriamo in guerra mondiale contro la Russia? tu per non farmi passare per traditore? tu blocca tutti i miei canali youtube!
https://it.sputniknews.com/mondo/201704164359793-Media-autorit-inglesi-vogliono-privare-moglie-di-Assad-di-cittadinanza-britannica/
COREA – ONU: vuol dire che Pechino pagherà per i delitti di Pyongyang! Pechino e Pyongyang contro il Rapporto Onu: Complotto politico. comunisti e islamici? una sola masnada del demonio, perché, god Kim Jong-un deve essere ucciso! COREA DEL NORD In caso di riunificazione, saranno uccisi i 900mila prigionieri dei gulag di Pyongyang È la denuncia di un’ex guardia carceraria nordcoreana, oggi rifugiata nel Sud, che parla di piani speciali per eliminare i detenuti dei campi di lavoro in caso di riunificazione fra le due Coree. Seoul (AsiaNews) – In caso di riunificazione fra le due Coree, circa 900mila nordcoreani verranno immediatamente uccisi nel silenzio. Si tratta dei prigionieri dei gulag nordcoreani, un esercito di schiavi costretti dal regime a vivere soltanto per produrre, incarcerati spesso senza alcuna accusa e privati di ogni diritto umano. È la denuncia di Ahn Myong Chol, ex guardia carceraria nordcoreana fuggita dal suo Paese dopo la prigionia nel Campo 22 ed attualmente rifugiato in Corea del Sud. Nel corso di un incontro organizzato in un’università sudcoreana, avvenuto alcuni giorni fa, il dissidente denuncia: “E’ necessario alzare la consapevolezza mondiale sulla situazione della Corea del Nord, un Paese che vive grazie al terrore provato dai suoi cittadini e che mette nei campi di lavoro milioni di persone senza alcun motivo”. Secondo Ahn, la popolazione dei gulag è gravemente a rischio: “Per esperienza diretta, so quanto poco interessi al governo la sorte di coloro che vivono nei campi di lavoro. In caso di riunificazione fra le due Coree, sono pronti piani di emergenza per uccidere tutti i carcerati, che potrebbero in un secondo momento divenire testimoni contro i gerarchi socialisti e contro le guardie carcerarie”. Il dissidente ha lavorato nei gulag dal 1987 al 1994. Dopo l’arresto del padre e l’esecuzione di tutta la sua famiglia – “colpevoli” di aver criticato una decisione del governo – ha deciso di fuggire. Dei campi, dice: “Sono il luogo peggiore del mondo e, allo stesso tempo, la chiave di sopravvivenza del regime. Questo usa i gulag sia come mezzo di controllo della popolazione tramite il terrore, sia come mano d’opera basilare. Nel Campo 22, ad esempio, si produce un’enorme quantità di carbone praticamente a costo zero”. Dentro i campi vivono intere famiglie, dato che il pensiero politico di Kim Il-sung – primo dittatore nordcoreano e padre del “caro leader” Kim Jong-il – impone l’incarcerazione dei traditori “fino alla terza generazione”. Per questo, conferma Ahn, “nei campi vanno a finire i figli ed i nipoti dei colpevoli, che vengono aizzati contro la propria famiglia, indicata come il vero responsabile dei loro mali”. In conclusione, l’ex guardia carceraria denuncia: “Dopo aver affrontato il problema del nucleare, la comunità internazionale non cercherà di aiutare i cittadini nordcoreani, che soffrono di una continua violazione dei loro diritti umani. Eppure, proprio questi sono il tallone di Achille del regime”.
01/02/2010, 00.00 COREA DEL NORD Sopravvissuti ai gulag chiedono il processo contro Kim Jong-il per crimini contro l’umanità Il gruppo denuncia le violenze perpetrate dal regime, nell’indifferenza della comunità internazionale. I prigionieri non conoscono il crimine commesso e la durata della pena. Chi cerca di fuggire viene impalato. Seoul (AsiaNews/Agenzie) – I sopravvissuti ai campi di lavoro nord-coreani chiedono un processo internazionale per il “Caro leader” Kim Jong-il, con l’accusa di “genocidio e crimini contro l’umanità”. A lanciare l’iniziativa tre reduci del campo di Yodeok, uno dei gulag sparsi per la Corea del Nord, membri dell’organizzazione Citizens Coalition for the Human Rights of Abductees and North Korean Refugees, con base a Seoul, in Corea del Sud. Nel mese di dicembre gli attivisti hanno presentato un documento al Tribunale internazionale a L’Aja, in Olanda, in cui denunciano i crimini perpetrati dal regime comunista. Concentrata sulla questione nucleare nord-coreana e la sicurezza nella regione, la comunità internazionale mostra scarso interesse al dramma della popolazione del Paese. Questo è uno dei motivi che ha spinto il cristiano Robert Park, 29enne americano di origini coreane, a entrare illegalmente in Corea del Nord il giorno di Natale. Con il suo gesto egli intendeva chiedere al leader del regime di Pyongyang e agli alti funzionari di “pentirsi” per i loro peccati e liberare i nordcoreani dalla schiavitù. I gulag sono una serie di campi di lavoro, nascosti nelle aree più impervie e montagnose della Corea del Nord. Sebbene meno diffusi rispetto a quelli stalinisti dell’Unione Sovietica, i gulag nord-coreani sono del tutto simili per violenze, brutalità e vessazioni. Kim Young-soon, fuggita in Corea del Sud nel 2003, racconta di aver trascorso nove anni nel campo di Yodeok prima di conoscere il suo “crimine”: la donna era una conoscente di Song Hye-lim, la seconda moglie del “Caro leader”, la cui esistenza le autorità di Pyongyang hanno voluto mantenere segreta. Il più delle volte i prigionieri dei campi di concentramento non sono a conoscenza né del crimine commesso, né della durata della condanna. Il centro di Yodeok, definito ufficialmente “Campo di rieducazione n° 15”, ospita circa 30mila persone ed è situato nella South Hamgyeong Province. Al suo interno regnano paura e sfiducia. Esso è circondato da reti elettriche e guardie; chi cerca di fuggire viene impalato. Le persone che riescono a sopravvivere ai campi e vengono rimesse in libertà devono firmare un documento, in cui assicurano di mantenere il segreto più assoluto. Pena il ritorno nei campi di concentramento. E il popolo nord-coreano è a conoscenza della loro esistenza quanto basta per esserne terrorizzati: chi parla, viene incarcerato perché “reazionario a parole”. I dissidenti sanno che la loro campagna avrà poche speranze di essere accolta e il “Caro leader” Kim Jong-il non comparirà mai davanti a un tribunale. Essi auspicano, tuttavia, che l’iniziativa possa dare luogo a pressioni internazionali verso Pyongyang, perché venga migliorata la questione dei diritti umani nel Paese.
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02/01/2010, 00.00 NORTH KOREA Gulag survivors demand trial of Kim Jong-il for crimes against humanity The group denounce violence perpetrated by the regime, the indifference of the international community. The prisoners do not know what crime they committed or the length of their sentence. Who tries to escape is impaled. Seoul (AsiaNews / Agencies) – The survivors of North Korean labour camps demand an international trial against the “Dear Leader” Kim Jong-il, on charges of genocide and crimes against humanity”. The initiative has been launched by three veterans of Yodeok camp, one of the gulags scattered across North Korea, members of the Citizens Coalition for Human Rights of abductees and North Korean Refugees, based in Seoul, South Korea. In December activists submitted a document to the International Tribunal in The Hague, Holland, denouncing the crimes committed by the communist regime. Focused on the North Korean nuclear issue and security in the region, the international community has shown little interest in the drama of the population of the country. This is one of the reasons that prompted the Christian, Robert Park, 29 year-old American of Korean descent, to illegally enter North Korea on Christmas Day. He intended to ask the leader of the Pyongyang regime and senior officials to “repent” for their sins and liberate North Koreans from slavery. The gulags are a series of labour camps, hidden in the most rugged and mountainous areas of North Korea. Although less common than in Stalinist Soviet Union, the North Korean gulags are quite similar for their violence, brutality and harassment. Kim Young-soon, who fled to South Korea in 2003, says she spent nine years in the Yodeok camp before finding out what her “crime” was: the woman was an acquaintance of Song Hye-lim, the second wife of the “Dear Leader” whose existence the authorities in Pyongyang have wanted to keep secret. Most often the prisoners of concentration camps are not aware of either the crime or the length of their sentence. The Yodeok camp, officially called “re-education camp No. 15”, is home to about 30 thousand people and is located in South Hamgyeong Province. Inside fear and distrust reign. It is surrounded by electric fencing and guards, those who try to escape are impaled. The people who manage to survive the camps and are released must sign a document, promising to maintain absolute secrecy. The penalty is their return to the concentration camps. The North Korean people are aware of their existence enough to be terrified by them: anyone who talks about them, is imprisoned for being a “reactionary”. The dissidents know that their campaign will have little chance of being accepted and the “Dear Leader” Kim Jong-il will never appear before a court. They hope, however, that the initiative will lead to international pressure on Pyongyang, to improve human rights in the country. ========================
16/02/2005, 00.00 COREA DEL NORD Corea del Nord: unica religione è il culto del “caro leader” (scheda) Pyongyang (AsiaNews) – In Corea del Nord è permesso soltanto il culto del leader Kim Jong-Il e di suo padre Kim Il-Sung. Il regime ha sempre tentato di ostacolare la presenza religiosa, in particolare di buddisti e cristiani, e impone ai fedeli la registrazione in organizzazioni controllate dal Partito. Sono frequenti le persecuzioni brutali e violente nei confronti dei fedeli non iscritti e di coloro che praticano l’attività missionaria. Da quando si è instaurato il regime comunista nel 1953, sono scomparsi circa 300 mila cristiani e non ci sono più sacerdoti e suore, forse uccisi durante le persecuzioni. Attualmente sono circa 100 mila quelli che nei campi di lavoro sono sottoposti a fame, torture e perfino alla morte. Ex funzionari nord-coreani e prigionieri hanno affermato che i cristiani nei campi di rieducazione o in carcere sono trattati molto peggio degli altri detenuti. In Nord Corea ci sono 51 categorie sociali, decise dallo Stato: coloro che praticano una fede non controllata dal governo sono a priori negli ultimi posti, con meno opportunità per l’istruzione ed il lavoro, non ricevono sussidi alimentari e sono costantemente vittime di brutali violenze. Pyongyang dichiara che la libertà religiosa è presente nel Paese e garantita dalla Costituzione: cifre governative ufficiali parlano di circa 10 mila buddisti, 10 mila protestanti e 4 mila cattolici. Le stime del governo si riferiscono solo ai fedeli iscritti nelle associazioni riconosciute. A Pyongyang ci sono 3 chiese, 2 protestanti e 1 cattolica. Secondo il Rapporto ACS (Aiuto alla Chiesa che soffre) 2004 sulle libertà religiose nel mondo, in queste chiese protestanti si fa molta propaganda al regime, e all’interno operano preti che paragonano il “caro leader” Kim Jong-Il ad un semidio. Nell’unica chiesa cattolica non opera alcun prete, ma vi si svolge solo una preghiera collettiva una volta a settimana. E’ altissimo il numero di coloro che cercano di espatriare, per fame o per motivi religiosi. Se vengono catturati sono condannati alla morte o ai lavori forzati. L’accordo fra Cina e Corea del Nord rende la situazione ancora più drammatica. La leadership della Repubblica popolare cinese ha infatti accettato di considerare i rifugiati nord coreani “profughi clandestini”, e impone il rientro forzato in patria per coloro che vengono catturati sul suolo cinese.
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02/16/2005, 00.00 NORTH KOREA ‘Dear Leader’ worship as the one religion Pyongyang (AsiaNews) Religious worship is allowed in North Korea as long as it is the personality cult of Kim Jong-Il and his father, the late Kim Il-Sung. Followers of traditional religions have obstacles to surmount, especially Buddhists and Christians, such as joining Communist Party-controlled organisations. Those who do not join are persecuted, often brutally and violently. Anyone engaged in any kind of missionary activity is the recipient of a similar treatment. Since the end of the Korean War in 1953 about 300,000 Christians have disappeared; any priest or nun who alive then has disappeared, most likely persecuted to death. About 100,000 are surviving in labour camps with hunger and torture as their main companions and, for some, with death just around the corner. This is corroborated by former North Korean officials and ex prisoners who have said that Christians in the camps are singled out for especially harsh treatment. In North Korea the population is divided in 51 state-sanctioned social and occupational groups. Positions at the bottom of this hierarchy are reserved for unregistered practicing believers. For them, educational and job opportunities are few and far in between; so are food vouchers. However, they do receive plenty of cruel and hurtful care. One would not know this from what the North Korean government says. Adamant to prove that religious freedom exists in the country, North Korean authorities are quick to point out that religious freedom is guaranteed in the country’s constitution. According to official figures, there are an estimated 10,000 Buddhists, 10,000 Protestants and 4,000 Catholics registered with officially sanctioned religious organisations. In Pyongyang itself there are three churches: two Protestant and one Catholic. However, according to Aid To The Church In Need’ 2004 Report on religious freedom, worship in such churches is less than traditional. ‘Dear Leader’ worship seems to be the main staple in the Protestant churches and in the capital’s one Catholic church religious practice involves a once-a-week collective prayer but with no priest. These days emigration is very popular among the hungry and those seeking greater religious freedom. They are however taking their chances since the death penalty and forced labour camps await them if they are ever caught. And their chances have recently gotten worse when China and North Korea signed an agreement that requires Pyongyang’s northern neighbour to repatriate North Korean ‘illegal immigrants’ found on its territory.
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18/06/2012, 00.00 COREA DEL NORD Corea del Nord, più di 200mila persone condannate a morire nei gulag Joseph Yun Li-sun Secondo la testimonianza di Jo Chung-Hee, ex membro del Partito, convertito al cristianesimo, nei 6 campi di lavoro sparsi per il Paese lavorano leader religiosi (per la maggior parte cristiani) e detenuti politici. Nel 2008 i detenuti erano almeno 900mila, ma la carestia li ha decimati. Seoul (AsiaNews) – Almeno 200mila persone sono rinchiuse nei campi di lavoro del regime della Corea del Nord. Di questi, circa il 20 % è di fede cristiana e vive nei campi da più di un decennio. Inoltre, molti dei detenuti non hanno alcuna speranza di uscire vivi da questa situazione, dato che secondo l’ideologia coreana un criminale rimane tale “per almeno 3 generazioni”. È quanto emerge dalla testimonianza di Jo Chung-Hee, ex membro del Partito comunista coreano fuggito in Occidente e convertito al cristianesimo. Secondo i dati in suo possesso, nel Paese sono in attività 6 campi di lavoro. Di questi il più temibile è il Campo 14, conosciuto come Distretto di controllo totale: da questo posto, dove vivono come schiavi almeno 50mila prigionieri, non si può uscire vivi. Esiste poi il Campo 22, di un’estensione pari a quella di Los Angeles, dove si praticano esperimenti sui prigionieri. Anche qui, i detenuti sono circa 50mila. Infine c’è il Campo 25, gestito dalla polizia segreta, dove sono imprigionati leader religiosi e presunte spie occidentali. Sono pochissimi, secondo Jo, i nordcoreani che sono sopravvissuti a questi campi. La media delle sentenze imposte ai prigionieri è pari a 15 anni, ma il carico di lavoro e le torture contro i detenuti abbassano la media dell’aspettativa di vita a 7 anni. Nei Campi a volte vengono rinchiuse intere famiglie, che di fatto il regime usa come schiavi per la produzione industriale pesante e per l’estrazione di carbone. Dopo la Guerra coreana (1950-1953), Kim Il-sung – primo presidente e “padre della patria” nordcoreana – ha deciso l’apertura dei campi di lavoro per tenere sotto controllo, sfruttandoli dal punto di vista lavorativo, i soldati del Sud arrestati nel corso del conflitto. Nel giro di 5 anni, però, i Campi hanno iniziato a riempirsi di dissidenti politici e contestatori: i più colpiti sono stati i leader religiosi e i fedeli, soprattutto cristiani, che si opponevano al regime. Secondo alcuni dati pubblicati nel 2008, nei Campi erano imprigionate circa 900mila persone. Il calo drastico del numero deriva dal fatto che la carestia del 2009 ha decimato la popolazione carceraria, del tutto ignorata dal punto di vista umanitario dal regime comunista.
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06/18/2012, 00.00 NORTH KOREA More than 200,000 condemned to die in North Korea’s labour camps Joseph Yun Li-sun According to the testimony of Jo Chung-Hee, a former party member who converted to Christianity, the country has six labour camps holding religious leaders (mostly Christians) and political dissidents. In 2008, prisoners numbered 900,000 but they were killed by famine. Seoul (AsiaNews) – At least 200,000 people are languishing in North Korea’s labour camps. Christians represent about 20 per cent, held for more than a decade. Many of the inmates have no hope of getting out alive since North Korea’s ideology holds that a criminal remains so “for at least three generations”. The testimony comes from Jo Chung-Hee, a former Communist party member who converted to Christianity. According to his information, the regime operates six labour camps. The worst is Camp 14, known as a “complete control district,” which means that its 50,000 prisoners will work there until they die. Camp 22 is about the size of Los Angeles and is thought to be used for human experiments. It too holds about 50,000 prisoners. Camp 25 is run by the North Korean secret police and is believed to hold felons, religious leaders, alleged Western spies and their families. Few people have come out of the camps alive. Although the average sentence is 15 years, life expectancy on average is only seven years in a place where torture and hard labour are common currency. Up to three generations of entire families have been detained, working in heavy industry and coal mining. After the Korean War (1950-1953), Kim Il-sung, North Korea’s first president and “Father of the nation,” ordered the creation of labour camps for South Korean prisoners of war so that they could be kept under control and exploited. Within five years, political dissidents and protesters began filling up the camps, especially clergymen and religious believers, above all Christians, for their opposition to the regime. According to data published in 2008, such camps held about 900,000 people. The current lower number of prisoners is due to the high mortality rate that resulted from the famine and humanitarian crisis of 2009, which the Communist regime ignored completely.
21/01/2010 COREA DEL NORD
Sono oltre 200mila i prigionieri politici e religiosi a Pyongyang
Lo denuncia il nuovo rapporto della Commissione coreana per i diritti umani, il primo organismo del governo di Seoul a occuparsi ufficialmente della questione. Fonti di AsiaNews in Corea: “Fra i detenuti, moltissimi fedeli”.
18/06/2012 COREA DEL NORD
Corea del Nord, più di 200mila persone condannate a morire nei gulag
Secondo la testimonianza di Jo Chung-Hee, ex membro del Partito, convertito al cristianesimo, nei 6 campi di lavoro sparsi per il Paese lavorano leader religiosi (per la maggior parte cristiani) e detenuti politici. Nel 2008 i detenuti erano almeno 900mila, ma la carestia li ha decimati.
06/06/2008 COREA DEL NORD
In caso di riunificazione, saranno uccisi i 900mila prigionieri dei gulag di Pyongyang
È la denuncia di un’ex guardia carceraria nordcoreana, oggi rifugiata nel Sud, che parla di piani speciali per eliminare i detenuti dei campi di lavoro in caso di riunificazione fra le due Coree.
07/06/2013 COREA DEL NORD
Pyongyang: anche i bambini delle elementari devono piantare il riso
Il regime si trova in una crisi economica e alimentare sempre più grave: per reagire, manda tutta la popolazione a lavorare i campi. Compresi i bimbi fra i 5 e i 10 anni, che portano i sacchi di semi in giro per la campagna. La propaganda manda una banda di suonatori per “incoraggiarli”.
16/02/2005 COREA DEL NORD
Corea del Nord: unica religione è il culto del “caro leader” (scheda)
18/06/2012 COREA DEL NORD
Corea del Nord, più di 200mila persone condannate a morire nei gulag
Secondo la testimonianza di Jo Chung-Hee, ex membro del Partito, convertito al cristianesimo, nei 6 campi di lavoro sparsi per il Paese lavorano leader religiosi (per la maggior parte cristiani) e detenuti politici. Nel 2008 i detenuti erano almeno 900mila, ma la carestia li ha decimati.
01/02/2010 COREA DEL NORD
Sopravvissuti ai gulag chiedono il processo contro Kim Jong-il per crimini contro l’umanità
Il gruppo denuncia le violenze perpetrate dal regime, nell’indifferenza della comunità internazionale. I prigionieri non conoscono il crimine commesso e la durata della pena. Chi cerca di fuggire viene impalato.
28/02/2005 COREA DEL SUD-COREA DEL NORD
Seoul invia cibo a Pyongyang, fra le proteste dei suoi abitanti
La Corea del Sud viene duramente contestata dai suoi cittadini, Washington e Tokyo, per il suo atteggiamento nei confronti del regime di Kim Jong Il.
22/02/2005 COREA DEL NORD
Infanticidio e aborto forzato nei campi di detenzione nord coreani
04/07/2013 COREA
Pyongyang riapre Kaesong; nei lager i suoi schiavi lavorano per la Cina
Con una mossa a sorpresa il governo del Nord accetta di “normalizzare” la linea rossa di colloquio con Seoul e permette agli industriali di visitare il complesso, chiuso di imperio lo scorso 3 aprile. Ma uno studio condotto fra gli esuli del regime denuncia: “Nei campi di lavoro forzato, i prigionieri politici producono beni per il mercato cinese”.
05/02/2009 CHINA
Human rights in China: UN should push for abolition of labor camps, arbitrary detentions
Christians, Muslims, members of Falun Gong, prostitutes, drug users suffer up to 4 years of forced labor without any charges or trial. Torture, beatings, humiliations, health risks are the order of the day. Beijing under UN review February 9 and 11 in Geneva.
22/11/2008 CHINA
UN committee: Beijing should apologize to Tiananmen victims
The committee against torture calls upon China to ask forgiveness for the massacre of students, and to provide information on the people still in prison. It also expresses the hope for “full and impartial” investigations to clarify the affair and punish the guilty. The UN also calls for an end to torture.
06/06/2009 KOREA – JAPAN – USA
Obama, remember the gulags of North Korea, not only its nuclear program
At least 300 thousand political prisoners in the North’s labour camps. Testimonies of torture and executions. The laboratories for nuclear experiments built with forced labour. An association writes to the US president who has visited Buchenwald.
14/04/2009 CHINA
Beijing will ban torture and abuse of prisoners within two years
The first plan for the introduction of human rights in China has been published. The main objective is protection of prisoners, but also the fight against unemployment. Many experts are in favor, although they are skeptical about the actual implementation. But others observe that it is important merely to admit that there are fundamental human rights that go beyond subsistence.
01/02/2010 NORTH KOREA
Gulag survivors demand trial of Kim Jong-il for crimes against humanity
The group denounce violence perpetrated by the regime, the indifference of the international community. The prisoners do not know what crime they committed or the length of their sentence. Who tries to escape is impaled.
08/05/2010 NORTH KOREA
Pyongyang and Rome: no one knows the fate of the bishops of North Korea
For the Vatican they are “missing”, but still listed as pastors of their dioceses in the Pontifical Yearbook. For the regime of the North they are “perfect strangers” and since the Eighties no official has responded to questions regarding their whereabouts.
18/08/2005 NORTH KOREA SOUTH KOREA
Archbishop of Seoul appeals for religious freedom in North Korea
Speaking before a congregation of 20,000 people, Mgr Cheong Jin-suk, Archbishop of Seoul and Apostolic Administrator for Pyŏngyang, calls for religious freedom in the North, key to the country’s social development.
04/01/2010 CHINA
Underground Bishop of Xiwanzi dies, security tightened for funeral
Although the area is under heavy snow, thousands of faithful are expected for the funeral. The government bans display of Episcopal insignia, prohibits the publication of obituaries and allows only three priests to attend the ceremony. In 2009, 7 Chinese bishops died. In China only 94 pastors remain.
22/12/2008 KOREA
Kim Jong-il recovers and in control of the nation
US and South Korean intelligence confirms reports. The “Dear Leader” has paid visits to industrial and military bases in Jakang province. North Korea asks South to re-launch trade, in exchange for prisoner release.
10/04/2013 KOREA
Korean bishops: North threatens the world to save its economy
The President of the Catholic Bishops’ Conference of Korea told AsiaNews that “tensions are designed to save face and get financial assistance. I appeal to all Koreans to pray especially for those people who cause pain and death by their actions.”
25/02/2016 09:25:00 CHINA – EEUU – COREA DEL NORTE
Acuerdo entre Beijing y Washington para sancionar a Pyongyang
Luego los de los test nucleares ilegales y los lanzamientos de misiles, China y los Estados Unidos se encuentran para preparar un proyecto de resolución que extiende las sanciones emitidas por el Consejo de Seguridad de la ONU contra el régimen de los Kim. Actualmente se precisa la votación del Consejo. Entre las nuevas entidades que han de ser sancionadas, está el Ministerio norcoreano de Energía Atómica.
02/12/2016 15:41:00 COREA DEL NORTE
Pyongyang contra las nuevas sanciones de la ONU. Dudas sobre su efectiva aplicación
Las Naciones Unidas tienen la intención de privar a Corea del Norte de 700 millones de dólares al año en exportaciones. Para la autoridad norcoreana se trata de “otra violación de las Naciones Unidas comandada por los Estados Unidos”. Pyongyang dice a Trump: Somos una potencia nuclear.
03/03/2016 09:43:00 COREA- ONU
La ONU agrava las sanciones contra Pyongyang, que responde lanzando misiles
El Consejo de Seguridad de las Naciones Unidas pone en efecto el paquete de sanciones “más duras de los últimos 20 años”. Quedan afectadas las exportaciones, se prohíben las importaciones, se controla todo medio de transporte que se dirija hacia o parta del régimen norcoreano. En la mira están asimismo los objetos suntuarios, deseados por la élite liderada por Kim Jong-un. En el mar, fueron disparados varios misiles de corto alcance; los programas humanitarios están destinados a concluirse.
18/02/2014 COREA – ONU
Beijing y Pyongyang contra el informe de la ONU: conspiración política
El Comité Especial sobre Corea del Norte presenta el informe sobre los crímenes contra la humanidad cometidos por el régimen de Kim. Después de 61 años desde la división de la península, las Naciones Unidas hacen hincapié en las “atrocidades que el gobierno hace con impunidad contra su pueblo”. Analistas y expertos: “Buena jugada, pero será difícil ver la aplicación práctica”.
07/07/2016 12:54:00 EEUU-COREA DEL NORTE
Washington, primeras sanciones contra Corea del Norte y Kim Jong-un
Por primera vez, el gobierno americano aplica medidas unilaterales contra el régimen estalinista. Su dictador “continúa infligiendo crueldades intolerables” a millones de compatriotas. En el pasado fueron sancionados Gadaffi, Mugabe, Assad y Saddam Hussein.
07/03/2017 12:00:00 COREA – VATICANO
Al via il processo di beatificazione del vescovo di Pyongang e altri 213 martiri
È un processo “nazionale” e non “diocesano”. Due gruppi: i martiri coreani uccisi fra il 1785 e il 1879 e quelli della Corea moderna, uccisi fra il 1901 e sotto la persecuzione comunista nel periodo della guerra di Corea (1950-1953). Nel primo gruppo vi è Giovanni Battista Yi Byeok, ucciso per la fede insieme a tutta la sua famiglia. Nel secondo oltre al vescovo di Pyongyang, forse morto in qualche campo di concentramento, vi è mons. Patrick James Byrne, missionario Maryknoll, deportato al Nord e morto di stenti. Mons. Lazzaro You: Per i nostri fedeli essi sono già santi.
05/07/2012 COREA DEL SUD
S. Andrea Kim “è la luce che illumina la nostra fede quotidiana”
Il vescovo di Daejeon ha celebrato questa mattina, anniversario della beatificazione del grande martire, una messa solenne sul luogo della sua morte: “Ho chiesto ai miei fedeli di fare un esame di coscienza per capire se vivono seguendo i giusti principi. E abbiamo pregato per il Papa, che ha bisogno di tutto il sostegno possibile”.
08/05/2010 COREA DEL NORD
Roma e Pyongyang: nessuno conosce la sorte dei vescovi della Corea del Nord
Per il Vaticano essi sono “dispersi”, ma figurano ancora come titolari delle proprie diocesi sull’Annuario Pontificio. Per il regime del Nord sono “perfetti sconosciuti”, e dagli anni Ottanta nessun funzionario risponde più a chi chiede di loro.
25/05/2007 COREA
Martiri della Nord Corea, al via il primo processo di beatificazione
Lo ha annunciato l’ordine di S. Benedetto dell’abbazia sudcoreana di Waegwan, che ha competenza territoriale ecclesiastica anche sull’abbazia di Tokwon, nel Nord. I martiri sono 36, morti nei lager comunisti durante la persecuzione di Kim Il-sung.
26/04/2013 COREA
Processo di beatificazione per il vescovo di Pyongyang, martire di una Chiesa sterminata
La Conferenza episcopale del Sud chiede a Roma di beatificare il presule “scomparso”, ma mai dichiarato morto, durante le persecuzioni di Kim Il-sung contro la Chiesa del Nord. Insieme ai suoi 80 compagni – quasi tutti sacerdoti e religiosi – è un simbolo dell’odio religioso e della violenza del regime stalinista guidato oggi da Kim Jong-un.
01/02/2010 NORTH KOREA
Gulag survivors demand trial of Kim Jong-il for crimes against humanity
The group denounce violence perpetrated by the regime, the indifference of the international community. The prisoners do not know what crime they committed or the length of their sentence. Who tries to escape is impaled.
16/09/2009 ISRAEL – PALESTINE
UN: Israel and Hamas guilty of war crimes in Gaza
Israeli army and Palestinian militants also accused of “crimes against humanity.” The report will be presented later this month to the UN Commission on Human Rights. Within six months, if the two authorities do not carry out investigations, the allegations will be presented to the International Criminal Court. For Israel the report is “one-sided” for Hamas “not objective”.
26/04/2011 SRI LANKA – UN
UN publishes report on war crimes. Colombo protests
Over 40 thousand civilians killed in bombings and military prisoners executed with a shot to the head, women raped. The document ordered by Ban Ki-moon paints a hellish picture of the final stages of the ethnic conflict. Despite pressure from the Government of Sri Lanka to prevent publication.
09/12/2004 NORTH KOREA
Political dissidents risk the death penalty
The regime toughens penalties for crimes against the state because the number of dissidents is on the rise.
06/11/2009 ISRAEL – PALESTINE
The UN demand an investigation into Israel and Hamas war crimes
A large majority voted for the resolution based on the Goldstone report. The United States votes against it. Among European countries, Italy, Netherlands, Poland and the Czech Republic voted with Israel and the U.S., Britain and France abstained. In three months the launch of independent investigations.
Corea del Nord,
16-11-2015 00.00 – COREA
Ban Ki-moon visiterà la Corea del Nord, piagata dalla tubercolosi
Il Segretario generale delle Nazioni Unite sarà a Pyongyang entro questa settimana. È la prima visita di un leader internazionale nella nazione da più di 20 anni. A maggio il viaggio venne cancellato il giorno prima dell’arrivo. Fonti di AsiaNews: “Il Paese apre qualche spiraglio per la crisi economica e quella sanitaria. Aumentano i contagi da tbc”.
[http://www.asianews.it/index.php?idn=1&art=35885]
13-11-2015 00.00 – COREA
Seoul, indagati due pastori protestanti: avrebbero “contatti illegali” con il Nord
I due, Choi Jae-bong e Kim Sung-yoon, sono membri importanti del gruppo “Ministri protestanti”. La polizia ha sequestrato i loro uffici e perquisito le case. Avrebbero contattato una spia di Pyongyang per aiutare una donna a ritornare in Corea del Nord, violando la Legge sulla sicurezza nazionale.
[http://www.asianews.it/index.php?idn=1&art=35873]
31-10-2015 00.00 – COREA DEL NORD
Corea del Nord, la piaga della tubercolosi non si ferma: 5mila morti nel 2014
Lo rivela un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il tasso di decessi per Tbc è cinque volte superiore a quello della Corea del Sud. In Asia, solo Timor Est ha più contagiati di Pyongyang. La mancanza di strutture causa la mancata diagnosi delle forme più resistenti della malattia.
[http://www.asianews.it/index.php?idn=1&art=35744]
03/03/2015 COREA DEL NORTE – CANADA
Corea del Norte, pastor protestante “desaparecido” hace un mes
El reverendo Lim Hyeon-soo, de la Light Korean Presbyterian Church de Toronto, estaba en el país asiático para una visita humanitaria. Debía regresar el 4 de febrero, pero del 31 de enero no se tienen noticias suyas. El líder religioso había realizado más de 100 viajes al país del régimen de los Kim.
31/07/2015 COREA DEL NORTE – CANADA
Pyongyang arresta a un misionero protestante: Quería una teocracia en el Norte
Las autoridades confirman la detención de Hyeon Soo-lim, de 60 años, que en Toronto guía la Light Korean Presbiterian Church. El pastor fue detenido con la acusación de querer derrocar el régimen para instaurar un Estado religioso. La “confesión” aparecida en la agencia de prensa oficial nord-coreana.
31/05/2014 COREA
Pyonjiang, trabajos forzados de por vida a un misionero bautista sud-coreano
El misionero Kim Jeong-wook habría “confesado sus crímenes”: espionaje, actividad religiosa clandestina, “ofensas a la dignidad de la suprema dirigencia”. Corea del Norte prohíbe todo culto, excepto el de la dinastía reinante. Otros misioneros han sufrido condenas y prisión.
29/11/2013 COREA DEL SUR
Seúl, protestantes levantan la barra: La Park se niega a dimitir
La Comisión Conjunta contra la injerencia de los servicios secretos, que consta de 29 organizaciones cristianas, criticó los ataques del gobierno contra el sacerdote católico Park Chang-shin y pide al Jefe del Ejecutivo “dar un paso atrás antes de que sea demasiado tarde”.
02/09/2014 COREA DEL NORTE – USA
Presiones sobre los EEUU con la exhibición de tres americanos prisioneros de Pyonyang
El régimen guiado por kim jong-un, concedió a la Cnn el poder entrevistar y mandar en onda los pedidos de Kenneth Bae, Jeffey Fowle y Mathew Miller: el primero fue condenado a 15 años de trabajos forzados, los otros dos están en espera de juicio. Desde hace tiempo el gobierno del Norte usa a los detenidos como mercancía de intercambio para obtener ayudas materiales y dinero al contado.
03/03/2015 NORTH KOREA – CANADA
North Korea, Protestant pastor “missing” for over a month
The Rev. Lim Hyeon-soo, from the Light Korean Presbyterian Church of Toronto, was in the Asian country for a humanitarian visit. He was due to return February 4, but there has been no news of him since January 31. The religious leader has made more than 100 trips to the land of the Kim-regime.
01/02/2016 11:54:00 CHINA
Zhejiang, Protestant pastor arrested: he opposed demolition of crosses
The Protestant minister Gu Yuese (official) is the head of Chongyi, the largest Protestant community in the country with about 10 thousand faithful. He was arrested by police on charges of “embezzlement”. He had publically opposed the demolition of crosses in Zhejiang and defended the rights of the church. His arrest could kick off a new wave of persecution against Christians.
21/11/2013 CHINA
Henan, Protestant pastor arrested for defending faithful from authorities
Zhang Shaojie leads the Christian community of Nanle: Communist officials “invited him for an interview” and he has since disappeared. In a raid on his church 20 other Christians were arrested. The pastor’s family had to flee from the area. Zhang is a member of the Three-Self Movement , the “official ” Protestant Church built by Mao.
19/07/2012 IRAN
Iran releases Protestant pastor and 10 Christians accused of proselytizing and apostasy
Noorollah Qabitizade and other Christians were in prison since Christmas of 2010. They were arrested during a private celebration in Dezful. In prison they suffered torture and interrogation sessions to force them to convert to Islam.
26/02/2016 12:38:00 CHINA
Zhejiang Protestant pastor sentenced to 14 years for defending Cross
Bao Guohua, his wife and 10 other Jinhua Protestant faithful guilty of “embezzlement, disturbing public order, illegal commercial activities, concealment of financial documents and bills.” He had hired 11 lawyers to prevent the demolition of the sacred symbol from his church. Televised “confession” of lawyer Zhang Kai: “I wanted money and fame, I have used religion to make myself known. Foreigners incited me against the government. ”
31/07/2015 COREA DEL NORD – CANADA
Pyongyang arresta un missionario protestante: Voleva una teocrazia nel Nord
Le autorità confermano il fermo di Hyeon Soo-lim, 60 anni, che a Toronto guida la Light Korean Presbyterian Church. Il pastore è stato fermato con l’accusa di voler rovesciare il regime per instaurare uno Stato con impronta religiosa. La “confessione” apparsa sull’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana.
03/03/2015 COREA DEL NORD – CANADA
Corea del Nord, pastore protestante “scomparso” da un mese
Il reverendo Lim Hyeon-soo, della Light Korean Presbyterian Church di Toronto, era nel Paese asiatico per una visita umanitaria. Doveva rientrare il 4 febbraio, ma dal 31 gennaio non si hanno più sue notizie. Il leader religioso ha compiuto più di 100 viaggi nel regime dei Kim.
28/02/2014 COREA
Corea, respinta la richiesta di scarcerazione per il missionario cristiano arrestato al Nord
Il governo di Pyongyang non ha motivato la decisione. Kim Jeong-wook, cristiano battista, è stato fermato nell’ottobre 2013: in una conferenza stampa organizzata dal regime ha chiesto “pietà” per lui e ha ammesso i suoi “crimini” contro il Nord.
21/05/2005 INDIA
Pene più miti per l’assassino di un missionario in Orissa
La Chiesa cattolica e protestante costernate per una sentenza dell’Alta Corte che riduce le responsabilità di un gruppo indù, colpevole di aver ucciso un missionario australiano e due suoi figli.
05/12/2003 corea del nord – corea del sud
In cantiere una nuova chiesa protestante e una serra a Pyongyang
10-05-2016 08.28 – COREA DEL NORD
Una lunga processione per “il grande leader Kim Jong-un”
Centinaia di migliaia di coreani in sfilata per osannare il nuovo presidente del partito dei lavoratori. “Assoluta fiducia” di esercito e popolo verso il dittatore, che ha definito il suo Paese uno “Stato nucleare responsabile”.
[http://www.asianews.it/index.php?idn=1&art=37447]
30/04/2012 COREA
Un Rapporto (con nomi e cognomi) contro gli abusi dei diritti umani nel Nord
La Commissione nazionale per i diritti umani in Corea cambia marcia e pubblica un testo che raccoglie deposizioni e testimonianze sulle atrocità commesse nel regime dei Kim. Inoltre ci saranno i nomi e le descrizioni fisiche dei colpevoli “per punirli a norma di legge dopo la riunificazione della penisola”.
07/11/2006 COREA DEL SUD COREA DEL NORD
Per la prima volta, la Commissione diritti umani di Seoul critica il Nord
Dopo la nomina del nuovo presidente, l’organismo governativo pubblica un rapporto che definisce “deplorevole” la situazione dei diritti umani e della legge in Corea del Nord. Prevista per la fine del 2006 la pubblicazione del dossier completo sugli abusi di Pyongyang.
07/07/2016 12:19:00 USA – COREA DEL NORD
Washington, prime sanzioni contro la Corea del Nord e Kim Jong-un
Per la prima volta, il governo americano applica misure unilaterali contro il regime stalinista. Il suo dittatore “continua a infliggere intollerabili crudeltà” a milioni di connazionali. In passato erano stati sanzionati Gheddafi, Mugabe, Assad e Saddam Hussein.
16/02/2016 13:32:00 CINA
Attivisti: il 2015 è stato l’anno peggiore per i diritti umani in Cina
Il Chinese Human Rights Defender pubblica il suo Rapporto annuale sulla situazione della libertà nel Paese. L’anno trascorso ha visto più casi di violazioni ai diritti umani della somma dei tre anni precedenti. Si tratta oramai, scrivono gli autori, di una “caratteristica della presidenza Xi Jinping”.
08/10/2014 COREA DEL NORD – ONU
Onu, Pyongyang difende i lager: Sono centri dove convinciamo chi sbaglia a migliorare
Choe Myong-nam, alto funzionario del governo di Pyongyang, partecipa a sorpresa all’audizione convocata presso il Palazzo di Vetro per discutere delle atrocità compiute dal regime dei Kim. La difesa del sistema socio-politico del Paese, “sotto l’attacco di forze oscure”, e l’ammissione: “Esistono posti dove invitiamo le persone a ragionare sui propri errori”.
09-05-2016 14.34 – COREA DEL NORD
“Prima il nucleare”: Kim Jong-un seppellisce il padre e le speranze di pace per la Corea
Al Congresso nazionale del Partito dei lavoratori, il primo in 36 anni, il giovane dittatore traccia la linea: vestito in giacca e cravatta, in onore del nonno Kim Il-sung, respinge le richieste della comunità internazionale e proclama il Paese “nazione nucleare responsabile”. Poi vara una nuova politica nazionale: dopo la Juche e il Songun arriva la Byungjin, ovvero “prima il nucleare” e poi tutto il resto.
[http://www.asianews.it/index.php?idn=1&art=37444]
21-04-2016 11.43 – ASIA
Reporter senza frontiere: in Asia sempre meno libertà di stampa
Corea del Nord, Cina, Vietnam e Laos sono in fondo alla classifica dei 180 Paesi studiati. Preoccupa la “visione totalitaria” di Xi Jinping e la sua morsa sulle libertà a Hong Kong. In quasi tutti i Paesi dell’est e sud-est asiatico, i media sono controllati in modo diretto o indiretto dal governo. In discesa anche le democrazie coreana e giapponese, prima considerate modelli di libertà.
[http://www.asianews.it/index.php?idn=1&art=37289]